La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, ed è un diritto dell’uomo. Alla sua fondazione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite nel 1945 la descrive così e istituisce un’Organizzazione Mondiale della Sanità con lo scopo di tutelare questo “bene primario della popolazione”.
Nel 1948 la Costituzione Italiana iscrive la salute fra i beni dell’individuo e della società, e la sua tutela fra i doveri della Repubblica. Ma se la salute resta un pilastro della civiltà moderna, il suo concetto si è evoluto nel tempo: la scorsa pandemia in un certo qual modo ci ha fatto capire quanto la salute è uno stato fisico e psichico individuale, ma è anche il prodotto di un insieme di politiche pubbliche, ricerche scientifiche, servizi, situazioni sociali e culturali, che legano il singolo a tutta la comunità.
Salute e malattia non sono più quindi considerate il prodotto di soli processi biologici, ma anche ambientali, sociali, economici, politici e culturali – e molti dei fattori che concorrono a quello che definiamo stile di vita e che determinano la conseguenza della salute: la qualità della vita.
Salute: una sinergia di strategie per l’educazione
Nel corso dei decenni, le politiche sulla salute si sono sempre di più indirizzate verso la prevenzione primaria, ossia la riduzione di fattori di rischio come fumo e obesità, la promozione di una corretta alimentazione e, negli ultimi anni, sempre di più verso la promozione della corretta attività fisica. Oltre la metà delle cause di morte più frequenti è il risultato di 7 fattori di rischio: alta pressione del sangue, fumo di tabacco e consumo eccessivo di alcolici, troppo colesterolo, sovrappeso, scarso consumo di frutta e verdura e scarsa attività fisica – che da sola rappresenta la causa, se non un’aggravante, di diversi fattori di rischio fra i precedenti.
Se questi sono i fattori di rischio per la salute, è evidente che la promozione di quest’ultima non può essere responsabilità esclusiva del settore sanitario: non possiamo quindi solo delegare. È un fatto di educazione, e di scelte consapevoli: non bastano insomma le norme o i buoni consigli, ma è necessaria una sinergia di strategie che veda protagonisti tutti gli attori, noi in primis, nella scelta della salute e nella sua conoscenza.
Percezione del proprio Stato di Salute: “sentirsi bene” non vuol dire “stare bene”
L’assunto per cui la salute non sia solo assenza di malattia, ma un livello positivo di benessere psico- fisico è ancora oggi uno scoglio da superare in molti cittadini, italiani ma non solo. Se da un lato si parla oramai di benessere psicologico e spirituale anche in medicina, dall’altro è ancora necessario lavorare sulla percezione della propria salute. Nella definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità viene evidenziato come allo stato di “benessere psicofisico” concorrano una componente oggettiva (presenza o assenza di malattia) e una componente soggettiva (il modo di vivere e percepire la malattia).
La percezione dello stato di salute influenza quindi il vissuto della persona e l’effettivo benessere o malessere psicofisico: una dimensione importante della qualità della vita. Nelle persone anziane in particolar modo, una cattiva percezione del proprio stato di salute è talvolta correlata a un aumento del rischio di declino complessivo delle funzioni fisiche, indipendentemente dalla severità delle patologie presenti.
Nelle fasce più giovani della popolazione invece la percezione positiva del proprio stato di salute nasconde in verità fattori di rischio che semplicemente ancora non si sono tramutati in sintomi, e la sottovalutazione degli stessi. Persone fortemente sedentarie o in evidente sovrappeso che banalmente non riescono a fare le scale a piedi, fumatori con tosse cronica o soggetti affetti da pressione alta tendono a “sentirsi bene” finché quelli che hanno sempre derubricato come “acciacchi dell’età” non influenzano le loro attività quotidiane sino a renderle difficoltose se non impossibili: ecco che allora la percezione della propria salute cambia radicalmente.
“Sentirsi bene” e “stare bene” sono quindi due cose molto differenti fra loro. La salute ha molto a che fare con la qualità della vita, che è una dimensione soggettiva e funzionale, relativa al proprio stato di salute generale, in base alle circostanze, alle proprie aspettative, alla propria storia e a quelle degli altri.
Promuovere la Salute con lo Stile di Vita
Figurella con le sue Assistenti, medici, professionisti nel campo della nutrizione e del movimento, promuove il proprio Metodo sinergico di corretto movimento e alimentazione sana e bilanciata come protocollo per un corretto Stile di Vita.
Figurella ti supporta infatti, attraverso le singole sedute con la propria Assistente, visite e Analisi della Figura periodiche, supporto motivazionale alle Signore iscritte perché assumano nuovi comportamenti e una nuova consapevolezza nei confronti della propria salute, e più in generale di quella dei propri familiari. Il Metodo Figurella non si limita ad indicare la giusta via, nero su bianco, ma a raggiungerla e a mantenerla, modificando i propri comportamenti sedentari e la cattiva alimentazione verso abitudini positive e sane. Educa ad avere una percezione corretta della propria salute e a trovare soluzioni efficaci ed effettive per migliorarla.
Il test per misurare la Qualità della Vita
Come misurare quindi la propria qualità della vita? E quella di una popolazione? Esistono differenti indici: l’Istituto Superiore di Sanità italiano e altre istituzioni utilizzano un semplice sondaggio, che riportiamo, e a cui aggiungiamo due domande, che ogni persona dovrebbe farsi per migliorare la propria salute, e quindi la propria vita, in meglio.
1 – Come va in generale la tua salute?
Risposte possibili: Molto bene – Bene – Discretamente – Male – Molto male.
2 – Considera la tua salute fisica, comprese malattie e conseguenze di incidenti. Negli ultimi 30 giorni, per quanti giorni non ti sei sentita bene?
3 – Pensa agli aspetti psicologici, come problemi emotivi, ansia, depressione, stress. Negli ultimi 30 giorni, per quanti giorni non ti sei sentita bene?
4 – Ora considera le sue attività abituali. Negli ultimi 30 giorni, per quanti giorni non sei stata in grado di svolgerle a causa del cattivo stato di salute fisica o psicologica?
5 – Che cosa non ti ha permesso di stare bene?
6 – Che cosa ti avrebbe fatto stare bene e ti farebbe stare meglio nella stessa situazione, in futuro?
Com’è andata? Che risposte hai dato? Se sei stata in difficoltà a darle, non ti preoccupare, capita. Prendersi cura di noi è complicato, rendersi conto del valore che diamo alla nostra salute ci mette a dura prova. Rileggi il questionario con consapevolezza e la voglia di stare meglio. Puoi stare meglio, lo sai? Puoi adottare un nuovo Stile di Vita. Serve costanza. Siamo qui per accompagnarti. Sei pronta? Noi siamo curiosi, con te, di riprendere in mano questo questionario fra qualche mese. Vuoi provare anche tu? Scegli il Centro Figurella più vicino a te.